Firmato il CCNL del Comparto istruzione e Ricerca.

Firmata all’ARAN l’ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro sugli aspetti del trattamento economico del personale del Comparto Istruzione e Ricerca per il triennio 2019-2021, dopo la certificazione da parte della Corte dei Conti.

Dalle dichiarazioni dei vari attori seduti al tavolo contrattuale sembrerebbe che la corresponsione degli arretrati sia stata una conquista. Non è così! Al personale è stato corrisposto quanto dovuto nei tre anni di vacanza contrattuale. Infatti gli aumenti, a mala pena, coprono la perdita del potere di acquisto delle retribuzioni che si è verificata nei tre anni di vuoto contrattuale. Le retribuzioni del personale dell’intero Comparto non costituiscono ancora il giusto riconoscimento per la mole e la qualità di lavoro espressa dal personale, anche al di fuori delle ore di lavoro stabilite per contratto. Il Contratto comunque doveva essere responsabilmente sottoscritto dalle OO.SS. Le risorse economiche, poche, già destinate per il rinnovo del contratto dal Governo Draghi, infatti, potevano essere messe a rischio, in conseguenza di uno scenario incerto legato al passaggio da un esecutivo di centrosinistra ad uno di centrodestra, alla crisi energetica in atto, agli effetti della guerra in Ucraina e alla necessità di approvare la Legge di Bilancio, ancora da discutere, entro dicembre 2022.

Dei 30 miliardi di euro messi in campo per “la messa a punto” della Legge di Bilancio, 21 miliardi sono stati destinati a contrastare il caro energia per le famiglie, per le imprese e per le attività commerciali e dei rimanenti miliardi, purtroppo, non c’è cenno di stanziamenti per il Comparto.

Continuano sul tavolo delle trattative gli incontri per definire la parte normativa del contratto che riguarda la riscrittura dello stato giuridico di tutto il personale, alla luce delle indicazioni del PNRR. Si tratta poi, anche, di definire l’impiego dei 300 milioni di euro già stanziati dalla Legge di Bilancio 2022 per l’incremento retributivo degli stipendi, in applicazione dell’accordo del 10 novembre 2022 fra Governo e sindacati e dei 150 milioni di euro per l’istituzione di un fondo finalizzato alla valorizzazione del personale scolastico impegnato nelle attività di orientamento, inclusione e di contrasto alla dispersione scolastica.