Lavoro agile anche per i dipendenti della P.A. considerati fragili.
In deroga al principio di prevalenza del lavoro in presenza , il lavoro agile è consentito, previo accordo con l’Amministrazione pubblica di appartenenza, anche ai dipendenti della P.A. considerati “fragili” .
E’ quanto chiarisce la direttiva del Ministro per la pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo,emessa il 29 dicembre scorso . La direttiva ha inteso sanare la discriminazione tra i lavoratori del settore privato e quelli del settore pubblico dovuta alla mancata ulteriore proroga del diritto dei lavoratori fragili della P.A. ad essere collocati in lavoro agile fino al 31 marzo del 2024.
Si tratta di un rimedio solo formale. Infatti, sebbene il Ministro caldeggi l’agevolazione del lavoro agile per lavoratori fragili del pubblico impiego, il regime normativo cambia radicalmente: da un diritto soggettivo e pieno per i fragili del settore privato allo smart working, tale da non richiedere alcun genere di accordo ma solo la verifica dell’effettiva sussistenza di una delle patologie previste, si passa, invece, ad un diritto “a contrattare” lo smart working per i lavoratori dell’impiego pubblico. La direttiva non cambia lo stato delle cose. Infatti, altro non fa se non richiamare la disciplina normativa vigente, che lascia alla contrattazione collettiva la disciplina dello smart working: una disciplina impostata sulla necessità di un accordo individuale tra amministrazione datore di lavoro ( dirigente competente) e singolo dipendente. Nella sostanza, resta rimessa alla discrezionalità piena di ciascun dirigente rilevare l’opportunità di sottoscrivere o meno un accordo col lavoratore fragile.