Abilitazione titoli conseguiti all’estero: la risultanza del confronto MIM e OO.SS. di martedì 4 aprile.
Facendo seguito al nostro comunicato del 3 aprile pubblicato sul nostro sito, riportiamo le risultanze non ancora ufficiali dell’incontro MIM ed OO.SS. riguardo all’oggetto, acquisite da noi per vie informali.
Il MIM, contrariamente a quanto aveva fatto intendere nelle scorse settimane, sembrerebbe orientato a chiedere al Governo l’emanazione di un apposito decreto legge che statuirebbe il collocamento non più a pettine ma in coda alle graduatorie GPS dei docenti in attesa del riconoscimento del titolo di specializzazione sul sostegno acquisito all’estero, escludendoli da eventuale immissione in ruolo. L’inclusione avverrebbe a pieno titolo a riconoscimento avvenuto.
In tal modo il MIM si sottrarrebbe al difficile compito, se non impossibile, da portare a termine nei tempi dovuti per le migliaia di aspiranti all’inserimento nella graduatoria GPS sostegno, imposto dalla Sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 29 dicembre che ha stabilito che “spetta al Ministero competente verificare se, e in quale misura, si debba ritenere che le conoscenze attestate dal diploma rilasciato da altro Stato o la qualifica attestata da questo, nonché l’esperienza ottenuta nello Stato membro in cui il candidato chiede di essere iscritto, soddisfino, anche parzialmente, le condizioni per accedere all’insegnamento in Italia”.
Ben si comprende che qualunque sia la soluzione prospettata dal MIM, anche quella dell’emanazione da parte del Governo di un apposito decreto legge nei termini accennati, è in ogni caso una soluzione tampone perché non individua l’eventuale adozione di opportune e proporzionate misure compensative, richieste ai sensi dell’art. 14 della Direttiva 2005/36/CE e dallo stesso Consiglio di Stato, che consentirebbe il riconoscimento del titolo, lasciando così aperta la prateria dei ricorsi per i “ricorsifici”, sia da parte dei docenti che hanno acquisito il titolo in Italia, sia da parte di quelli che lo hanno conseguito all’estero.
Cosa fare? L’attuale Governo deve assumersi la responsabilità di prendere una decisione, mettendo da parte le bandierine. Per il futuro, l’esperienza ci porta a suggerire all’attuale Governo e a quelli che verranno di eliminare il numero chiuso dei partecipanti ai corsi nelle università italiane che specializzano sul sostegno. Cosa, peraltro, che eviterebbe il grande commercio dei titoli acquisiti all’estero.